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Una volta era una ragazza come tante, ma portava dentro un’oscurità che la distingueva.
Erano state le scelte sbagliate, le ferite, le delusioni a spegnerla. Aveva dato tutto, e alla fine non le
era rimasto nulla. Così, smise di credere in se stessa.
Vestiva di nero, ma non per moda: era la sua armatura. Era diventata un angelo nero, non per
cattiveria, ma perché aveva dimenticato la luce dentro di sé.
Un tempo cavalcava un cavallo di manto scuro, libero e indomabile come lei. In sella, si sentiva viva.
Ma un giorno lo lasciò nel recinto, chiudendosi al mondo come aveva fatto con lui.
Poi accadde qualcosa. Non un miracolo, solo …Si guardò dentro. Rivide la ragazza che
era stata: fragile, sì, ma non finita. E capì che ogni errore era solo un passo verso la rinascita.
Tornò al recinto. Cavallo. Era ancora lì.. non l’aveva mai dimenticata. Spunta dal buio … Lei lo guarda
inginocchiandosi ….. Lui le appoggia la testa sulla spalla per confortarla e darle forza. Lei si alza piano
piano e li abbraccia il collo … anche se il cavallo rimane guardingo verso le sue ali neri non scappa.
Permette di abbracciarlo. La sua forza fluisce dentro di lei allievando la sua tristezza. Usci fuori con
suo angelo con la criniera … respira a tutti polmoni alzando le braccia al cielo con le catene spezzate…
Salì in groppa. E non fu una fuga — fu un ritorno.
L’angelo è rinato – nero – ma non più vittima delle sue scelte. Ma padrona del suo destino. E della sua
libertà.
La ragazza che un tempo era un angelo immacolato dalla nascita imparo a volare di nuovo. Non con
ali perfette, ma con forza vera. Non cancellò il suo passato — lo trasformò. Divenne la sua armatura,
non più la sua gabbia.

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